Cos’è il vino cotto

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Con il termine di vino cotto si intende una bevanda tipica delle Marche e dell’Abruzzo ottenuta dalla fermentazione del mosto precedentemente cotto in pentoloni di rame. Si differenzia dal vincotto pugliese che si ottiene dal mosto fresco e dal vin brulèe che, invece, è ottenuto dalla cottura del vino.

Il vino cotto ha tradizioni millenarie ed era conosciuto già dai primi coloni greci che cominciarono a cuocere il mosto per conservare più a lungo il vino evitando che si trasformasse in aceto.

Oggi il vino cotto viene prodotto principalmente nei territori di Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Ancona e nelle provincie abruzzesi dove è riconosciuto come prodotto agroalimentare tradizionale italiano.

Il vino cotto viene prodotto con uve autoctone come il Maceratino, il Sangiovese, il Montepulciano e il Galloppa. Il procedimento per la produzione di questa particolare tipologia di vino è stata tramandata nei secoli. Si comincia con la pigiatura delle uve per la produzione del mosto che poi viene posto in un grosso pentolone di rame e cotto a fiamma viva fino a quando il composto non si riduce di un terzo. Il mosto cotto, viene poi fatto raffreddare e posizionato in botti di rovere dove viene fatto fermentare.

Una volta fermentato, il mosto viene posizionato in contenitori contenenti vino cotto di anni precedenti e sottoposto ad invecchiamento. La presenza di vino cotto ‘vecchio’ è fondamentale per evitare ossidazioni. Il rimbocco del vino nuovo con quello vecchio è un’operazione molto delicata che deve essere fatta solo da esperti perché basta il minimo errore nel dosaggio dei due vini per rovinare irreparabilmente il prodotto.

Una volta trascorso il periodo di invecchiamento il vino cotto è pronto per essere consumato. In alcuni casi vengono aggiunte delle mele cotogne durante la bollitura per aromatizzare il prodotto finale.

Il vino cotto si riconosce per il suo colore rosso rubino, per il sapore fruttato e il suo sapore dolce e delicato. La gradazione alcolica finale è di 14 gradi.