Vino barrique: di cosa si tratta?

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Sentiamo spesso parlare di vino barrique, ma di cosa si tratta e perché viene impiegato questo termine? Fin dall’antichità il legno è stato impiegato per conservare e per trasportare il vino, alternandosi alla terracotta dai tempi dei romani.

Il barrique è in realtà una botte di legno realizzata a doghe, che ha origine nel tempo dei celti, i quali la impiegarono prima per trasportare il vino e in seguito per farlo maturare, perché compresero che il vino conservato nelle botti acquisiva nel tempo un profumo più intenso e un aroma più gradevole. Ecco quindi nascere il barrique, che fu impiegato come unico metodo di raffinamento fino a che nell’era moderna si iniziarono a impiegare le botti in ferro per dare vita a una produzione più massiva del vino.

Si tratta di un piccolo riassunto, perché molte sono le fasi storiche che accompagnano la nascita del vino e la sua gestione, ma è importante sapere che negli ultimi decenni, grazie alla riscoperta del vino di qualità, il legno ha ripreso il suo posto in cantina e viene oggi impiegato per raffinare il vino prima dell’imbottigliamento.

Perché il vino viene definito barricato? Si tratta di un processo chimico, perché se il vino risiede a contatto con il legno avviene una facilitata precipitazione delle sostanze colloidali ed esso cede parte dei suoi costituenti. Questo processo influenza in modo incisivo le caratteristiche del vino, ma soprattutto ne migliora la microssidazione.

Molto dipende dalla tipologia del legno, dalla fattura delle botti e soprattutto dalla tipologia di vino che viene conservato. Il barrique è un contenitore di origine francese, che varia molto a seconda della forma e della capacità. In Italia la più impiegata è la barrique bordolese che vanta 225 litri di capacità e viene realizzata con doghe non segate. Esiste anche la barrique Borgogna che è leggermente più panciuta, quella dedicata allo champagne, al Cognac e la barrique del Maconnais. In totale si tratta di circa 30 modelli che vengono impiegati dai viticoltori per ottenere un risultato rotondo ed elegante del vino.

La ragione deriva dall’impiego del legno di rovere, una materia prima ricca di lignina e di cellulosa. In tempi recenti sono state introdotte delle metodologie legate alle barrique nuove, che vengono impiegate per affinare soprattutto i vini bianchi, con l’obiettivo di estrapolare le sostanze aromatiche che appartengono ai polifenoli.