Il mondo della vinificazione sfrutterà anche il gres porcellanato

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Cemento, pietra, legno, terracotta e cocciopesto: a questo elenco di materiali utilizzati per la vinificazione bisogna aggiungerne uno nuovo, il gres porcellanato. Siamo abituati ad associare quest’ultimo a piastrelle e ceramiche con le tipiche caratteristiche della compattezza, resistenza e una porosità praticamente nulla, perché ora proprio il vino? L’idea è stata presentata pochi giorni fa nel corso di Enoforum, presso la Fiera di Vicenza, dunque cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta.

La società MimItalia ha fatto conoscere il proprio contenitore in gres porcellanato, una innovazione che trae comunque origine da un passato molto lontano, vale a dire le anfore che venivano utilizzate nell’antica Georgia. Il contenitore si chiama Clayer e rappresenta una tappa importante della riscoperta ed evoluzione dei vecchi materiali. Tra le peculiarità principali bisogna ricordare l’ottima impermeabilità che il gres porcellanato garantisce e la resistenza, decisamente maggiore rispetto a quella della terracotta.

Tra l’interno e l’esterno del recipiente, infatti, c’è uno scambio di gas limitato che si conclude dopo molto tempo: ecco perché il tutto è perfetto per un buon invecchiamento del vino, senza rimpiazzare il legno, ma con la pretesa di diventare una alternativa più che valida. L’ossigeno viene trasferito senza problemi e il prodotto finale non perde alcuna sostanza aromatica. Le attuali versioni sono state pensate per una capienza da 40, 250 e 350 litri.

Tra l’altro, il gres porcellanato non risulterà utile solamente per la vinificazione, ma anche per la conservazione e l’affinamento del vino (la stabilizzazione dello stesso nel vetro o in contenitori di altro materiale appunto). Le anfore del passato sono tornate prepotentemente di moda in questi ultimi tempi, soprattutto se si parla di produzione biodinamica. Clavyer è il frutto di anni di studi ed esperimenti. In effetti, è stato testato con successo nella vendemmia del 2013: i risultati incoraggianti hanno spinto diverse aziende e produttori (non solo italiani ma anche francesi) ad adottarlo ufficialmente.

Ora la fase sperimentale sembra propria ultimata. Il gres porcellanato è stato messo a confronto con altri materiali come il legno, la terracotta e l’acciaio e la comparazione ha fatto capire che i contenitori di cui si sta parlando hanno garantito vini più freschi, bilanciati e fruttati.