Apre a Milano il “Ristorante Pavarotti”

ravioli con mazzancolle

Prima di ogni spettacolo ho bisogno di un piatto di spaghetti al burro”: una delle frasi più divertenti che Luciano Pavarotti amava raccontare su di sé è proprio questa, la chiara testimonianza della passione del tenore modenese per il buon cibo. Non è quindi un caso che si sia deciso di aprire a Milano un ristorante dedicato proprio al famoso cantante lirico, un locale situato all’interno della Galleria Vittorio Emanuele e con una splendida vista sul Duomo.

Si tratta di un “pop up restaurant” (a prezzi popolari per intenderci) nato dall’intuizione della vedova Nicoletta Mantovani e che sta sfruttando il recente avvio dell’Expo milanese. Oltre alla possibilità di consumare i tipici prodotti emiliani e modenesi (i piatti preferiti da Pavarotti), si potrà ammirare anche quello che è un vero e proprio “tempio” del tenore, con una visita obbligata al museo di stradello Nava di Santa Maria di Mugnano (Modena) che è compresa nel prezzo.

Da maggio a ottobre (i sei mesi dell’Expo appunto) si serviranno le tipiche tagliatelle, i tortellini, lo gnocco fritto, salumi e ravioli, senza dimenticare l’aceto balsamico che accompagna molti piatti. L’idea è quella di organizzare festival di street food che possano essere caratterizzati dalla partecipazione di artisti e cantanti. Inoltre, mentre si gusteranno le leccornie emiliane si ascolteranno le arie liriche che hanno reso immortale Pavarotti in tutto il mondo.

Sulle pareti sono esposte fotografie, costumi di scena e locandine che sono proprietà di famiglia, dunque ancora prima di fare tappa al museo modenese si entra in un altro museo di ricordi. Secondo Nicoletta Mantovani, a Pavarotti sarebbe piaciuto molto un locale del genere, in cui si parla della sua terra e dove le consumazioni hanno un prezzo fisso di quindici euro.

In giro per il mondo esistono altri ristoranti che sfruttano il nome del celebre tenore, ma in questo caso si tratta di una novità unica, anche perché si sta parlando di un “temporary restaurant”. La semplicità è la parola d’ordine, anche perché, come ricordato dalla stessa vedova, Pavarotti adorava più di ogni altra cosa gli antipasti e la pasta emiliana, dunque si è deciso di rispettare le sue passioni e di far conoscere a turisti e non solo i suoi gusti.