Differenze fra uova biologiche e non

uova

Attenzione alle uova, perché non sono tutte uguali. Non si tratta solamente di sapore, perché le uova ben coltivate vantano sicuramente un gusto più pieno, una presenza minore di albume e un tuorlo che si presenta ricco e compatto. La differenza maggiore quando acquistiamo le uova va ricercata nella loro classe di appartenenza, la quale viene indicata per legge con un numero e indica come le galline che le hanno prodotte sono chiamate a vivere.

Non si tratta di un puro fatto di resa, ma anche di rispetto per gli animali, per la loro vita e per le loro condizioni di salute. Le uova hanno, infatti, una vera e propria carta di identità, che merita di essere letta con attenzione ogni qual volta le acquistiamo. La prima e più importante nota da considerare riguarda il numero, che indica la tipologia di allevamento delle galline ovaiole.

Se le nostra uova hanno stampato il numero 0, si tratta delle uova più buone e salutari, in quanto si tratta di ‘uova biologiche’. Significa che le galline vivono all’aperto, contando su uno spazio abbondante per muoversi, di stagni dove sguazzare e anche della presenza di galli nel pollaio. Il mangime che viene loro somministrato è buono, controllato e di origini bio e non vengono impiegati additivi se non certificati e concessi dall’etichettatura bio. Si tratta delle uova più costose, ma che sanno regalare un’ottima resa in cucina.

Veniamo alle uova 1, che sono le uova allevate all’aperto. Questa dicitura dimostra che le galline rispondono alla regola che per ogni ettaro a cielo aperto possono essere tenuti un massimo di 2.500 polli e ogni singolo animale ha a disposizione almeno 4 metri quadri di spazio dove muoversi. Il risultato si legge in uova buone e controllate.

Veniamo quindi alle tipologie di uova più ‘scarse’ dal punto di vista della produzione, ovvero delle caratteristiche che contraddistinguono la tenuta delle galline. Le uova di tipologia 2 sono infatti uova allevate a terra. Le galline sono tenute in grandi capannoni e quindi alimentate con mangimi che vengono posizionati in vasche comuni. Si tratta di coltivazioni massive, che non garantiscono ai volatili di muoversi all’aria aperta, di respirare aria buona o anche di bere e di vivere felici sull’erba. Peggiore è la sorte delle uova categoria 3, ovvero allevate in gabbia. Il destino di questi volatili è quello di restare in gabbia a vita e si tratta degli allevamenti più massivi attuati in commercio.

Etica e buon senso invitano quindi i consumatori a scegliere uova che vengano prodotte da allevamenti meno massivi, rispettosi delle condizioni delle galline. Se i consumatori scelgono, infatti, di indirizzarsi verso acquisti più etici, la produzione può essere migliore in senso globale e aiutare i volatili a vivere bene e a godere di un’esistenza più libera e positiva.