Fico d’India

fichi d'india

Il fico d’India (Opuntia ficus-indica) è una pianta grassa della famiglia delle Cactaceae, originaria del Messico ma attualmente presente in tutto il Mar Mediterraneo. Il fico d’India è un’ottima risorsa anche per i paesi con i climi aridi: può essere consumato fresco, come frutta, ma anche per la preparazione di dolciumi, succhi, liquori, conserve, gelatine o dolcificanti. Ottima la marmellata di fichi d’India o un particolare sciroppo che viene preparato in Sicilia concentrando la polpa privata dei semi e piuttosto simile per consistenza allo sciroppo d’acero. Tipiche preparazioni tradizionali del Messico sono il “miel de tuna”, uno sciroppo ottenuto dall’ebollizione del succo; il “queso de tuna”, una tipica pasta dolce che si ottiene portando il frutto alla solidificazione; il “colonche”, una bevanda fermentata a basso tenore alcolico. Generalmente il fico d’India incute un certo timore perché presenta centinaia di piccole e fastidiose spine: è pur vero che in commercio il fico d’India viene venduto già privato di tali spine. In ogni caso, per pulirlo è sufficiente incidere le due estremità e poi staccarle incidendo la pelle al centro con un taglio verticale, ma cercando di non intaccare la polpa. In ogni caso è preferibile maneggiarli con i guanti e poi sciacquarli sotto l’acqua corrente.

Storia

Il fico d’India è una pianta originaria del Messico centrale, nota anche agli Aztechi che la consideravano sacra. Successivamente si è diffusa anche nel resto delle Americhe e poi è stata esportata in Europa dopo i viaggi di Cristoforo Colombo già intorno al 1493 e descritta in ogni particolare a partire dal 1535. Secondo un’altra versione sarebbe invece stata introdotta nel Mar Mediterraneo dai Saraceni, che l’avrebbero esportata soprattutto in Sicilia. Caratteristica del fico d’India in effetti è la capacità di potersi adattare anche nelle zone dove l’acqua scarseggia.

Proprietà

Il fico d’India è un frutto poco calorico: 100 grammi di parte edibile contengono circa 41 calorie, il che lo rende adatto anche a una dieta di tipo ipocalorico. I fichi d'India sono composti da acqua (per l’85%), da carboidrati, da fibre e proteine, ma soprattutto sali minerali, come il ferro, il fosforo, il calcio (è particolarmente indicato nel caso di osteoporosi), ma anche selenio, vitamine del gruppo A, vitamine del gruppo B e vitamina C. La polpa del fico d’India viene anche utilizzata per poter curare le scottature, mentre il succo che si ottiene dalle foglie del fico d’India, chiamate comunemente "pale", viene utilizzato per disturbi di carattere epatico e come emolliente per la pelle. I fichi d’India inoltre favoriscono il transito intestinale e vantano proprietà depurative. Attenzione però perché l’eccessivo consumo di fichi d’India potrebbe causare stitichezza.

Varietà

Esistono diverse varietà di fico d’India che può essere classificato in base al colore del frutto e in base alla quantità di semi che contiene. I frutti possono essere di colore giallo (sulfarina), rosso (sanguigna), bianco (muscarella), arancione (moscateddo) o viola. Nelle regioni meridionali dell’Italia i frutti del fico d’India cominciano a maturare intorno a metà luglio e vengono raccolti fino a metà ottobre, ma in realtà la conservazione in celle frigorifero consente di avere a disposizione il frutto fino al mese di novembre. Il fico d’India può essere classificato anche in base al periodo di raccolta: il normale viene raccolto a inizio stagione, il tardivo a metà stagione e il bastandone, la qualità migliore, dalla metà di settembre. Il fico d’India di San Cono e il fico d’India dell’Etna sono prodotti a denominazione di origine protetta DOP.

Prezzo

Il prezzo del fico d’India tende a variare in base al periodo e alla varietà: in media viene venduto a circa 2 euro al chilo e può essere acquistato in tutti i supermercati. Al momento dell’acquisto è bene prestare attenzione alla polpa che deve essere morbida e integra. Una volta acquistati, i fichi d’India possono essere conservati a temperatura ambiente o in frigorifero fino ad un massimo di cinque giorni.

Curiosità

Il fico d’India appare sullo stemma della bandiera messicana ed è stato anche immortalato da Gian Lorenzo Bernini che l’ha scolpito nella Fontana dei Quattro Fiumi a Piazza Navona, a Roma. Il nome dell’antica capitale imperiale azteca Tenochtitlan, vale a dire Città del Messico, deriva da nocthli, ossia il nome azteco del frutto del fico d'India.