Quando scade l’olio extravergine di oliva?

olio extravergine di oliva

Abbiamo deciso di rispondere ad una domanda che ci viene rivolta spesso dai nostri utenti: l’olio extravergine di oliva ha una data di scadenza? Purtroppo a differenza del vino l’olio extravergine di oliva non migliora con il tempo, ma si deteriora perdendo le sue qualità organolettiche. Il settore della produzione di olio extravergine di oliva da qualche anno è in crisi, tanto che c’è una vera e propria caccia all’ultima bottiglia, perciò vi sconsigliamo di investire nell’acquisto di svariati litri di oro verde.

Per l’olio di oliva non esiste la data di scadenza, ma si parla di tempo minimo di conservazione (TMC), ovvero un tempo entro cui il prodotto mantiene le stesse proprietà che sono indicate nell’etichetta. Se la data indicata sul contenitore o sulla bottiglia supera abbondantemente un anno non vi preoccupate, perché è ancora commestibile e non ci sono rischi per la salute. Il tempo di conservazione dell’olio extravergine di oliva è di 18 mesi dalla data in cui viene confezionato, ma fate attenzione ai produttori furbetti che imbottigliano l’olio anche dopo un anno dalla produzione per svuotare le cisterne di acciaio. Paradossalmente le proprietà non sono molto diverse, perché l’acciaio preserva l’olio extravergine di oliva dal deterioramento.

Un’altra considerazione da fare riguarda i polifenoli che oltre a proteggere il nostro organismo dai processi di invecchiamento, aumentano la durata dell’olio stesso. Ci sono alcune varietà di olio, prodotte dalla molitura delle olive verdi (li riconoscete dal colore e dal sapore che sono molto più intensi) che devono essere consumati solo in prossimità della data di scadenza perché hanno un sapore eccellente che avvolge il palato. Ovviamente ricordiamo che l’olio extravergine di oliva a cui ci riferiamo non è quello che si trova nei supermercati, ma quello acquistato direttamente dai frantoi. Per le marche che si trovano sugli scaffali il consiglio è di controllare prima dell’acquisto il tempo minimo di conservazione indicato sul retro, perché come dicono le nonne: «Si deve consumare prima di comprarlo!».