Quanto costa mangiare all’Osteria Francescana di Massimo Bottura?

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E’ sicuramente il ristorante del momento. Dopo la recente elezione a miglior ristorante del mondo, l’Osteria Francescana dello chef pluristellato Massimo Bottura è meta e sogno di tutti i cultori della buona cucina in Italia e nel Mondo, ma, anche uno dei ristoranti più cari d’Italia.

Sogno proibito o proibitivo? Se anche anche voi vi state chiedendo  quanto costa mangiare nel locale modenese, ecco a voi la risposta.

Il visionario top chef italiano propone tre diversi menù degustazione ciascuno da circa 10 portate, strutturati come un vero e proprio viaggio sensoriale tra consistenze, gusti e odori differenti. Il primo menù è il menù “Tradizione”, costa 180 euro e comprende tutti i cavalli di battaglia dello chef. Il secondo menù è quello “Innovazione” e contiene piatti di nuova ideazione, per un totale di 195 euro. Il terzo e ultimo menù comprende un mix dei due menù precedenti e costa 210 euro. Al costo del singolo menù bisogna, infine, aggiungere 130 euro per l’abbinamento dei vini.

Insomma, in media, per una cena all’Osteria Francescana, bisogna calcolare una spesa di almeno 300 euro a persona. Non proprio economico, ma, chi ha avuto la fortuna di vivere tale esperienza dice di non rimpiangere in alcun modo i soldi spesi, quindi…

Inutile dire che quelli che vengono serviti,dagli impeccabili camerieri ai fortunati ospiti, non sono semplici piatti, ma, vere e proprie opere d’arte pensate per conquistare tutti e 5 i sensi, a cominciare dalla vista: cialda di pane con gelato salato al coniglio, ostrica fritta su brodo di prosciutto condensato, maialino a bassa temperatura con gelatina di zafferano, i simpatici “five little pigs” o il famosissimo “bollito non bollito”.

Opere d’arte che non di rado è lo stesso Massimo Bottura ad illustrare ai suoi ospiti più fortunati, durante i suoi frequenti giri in sala.

Se avete deciso di investire parte del vostro stipendio in una cena sensoriale all’Osteria Francescana, allora, prenotate e armatevi di tanta pazienza poiché la lista d’attesa è lunga ben oltre i cinque mesi.