Spaghetti alla carbonara: 4 curiosità

Spaghetti alla carbonara

” Se visiti Roma e non assaggi gli spaghetti alla carbonara, puoi dire di non esserci stato veramente”

La ricetta di questo primo piatto viene infatti considerata un caposaldo della tradizione culinaria nostrana, che rappresenta il Made in Italy nel mondo.

In ambito gastronomico, il termine “carbonara” indica un sugo di accompagnamento per la pasta lunga (preferibilmente spaghetti e linguine), anche se alcuni chef utilizzano anche pennette oppure fusilli.

Indipendentemente dal formato della pasta, questo condimento prevede l’impiego di pancetta (o guanciale di suino), pecorino, tuorli, albumi (in proporzioni 3:1) e pepe nero.

Gli spaghetti alla carbonara sono un alimento molto energetico in quanto ricco di minerali, vitamine, carboidrati e lipidi, oltre che di proteine ad elevato valore biologico.

100 grammi di minestra contengono 14 grammi di proteine, 41 grammi di grassi, 2 grammi di carboidrati e 430 calorie.

Tenendo conto che la percentuale di colesterolo è piuttosto significativa (290 milligrammi per 100 grammi di parte edibile), è opportuno che le persone affette da ipercolesterolemia limitino il consumo della minestra.

Ricetta degli spaghetti alla carbonara

Anche se esistono alcune varianti di questa ricetta, quella che tradizionalmente viene preparata a Roma è molto semplice.

Ingredienti per 4 persone

• Spaghetti: 300 grammi;

• guanciale di maiale: 150 grammi;

• tuorli d’uovo: 3;

• albumi: 1;

• pecorino romano: 100 grammi;

• sale e pepe nero: q.b.

Preparazione

Dopo aver tagliato il guanciale a cubetti lo si fa rosolare in poco olio (la carne infatti è piuttosto ricca di grassi) mentre a parte si sbattono i tuorli con l’albume e il pecorino, fino a formare una salsa semi-fluida a cui si unisce per ultimo il guanciale.

Gli spaghetti, che vanno cotti al dente, devono venire aggiunti al condimento a freddo (in una terrina, mai in padella) poiché il calore potrebbe far cuocere l’uovo, rovinando la ricetta.

4 curiosità sugli spaghetti alla carbonara

Gli spaghetti alla carbonara hanno da sempre sollecitato la curiosità e l’interesse dei gastronomi in quanto le loro origini sono controverse, così come l’impiego degli ingredienti.

1. Origini della ricetta

A differenza dell’amatriciana, la carbonara ha origini molto incerte.

Alcune fonti fanno risalire la paternità degli spaghetti alla carbonara addirittura agli Americani che, nel 1944, sbarcarono in Italia.

Infatti, nel periodo antecedente alla II guerra mondiale, questo piatto non era conosciuto nel nostro paese, dove invece si diffuse dopo l’arrivo delle truppe alleate, che avevano a disposizione abbondante bacon in scatola per cucinare.

2, Il termina “carbonara” deriva dai carbonari?

Un’altra ipotesi farebbe risalire i primi esperimenti culinari al riguardo ai carbonari Abruzzesi e Umbri che, vivendo sull’Appennino Centrale in condizioni climatiche molto ostili, avevano bisogno di nutrirsi con alimenti energetici.

I carbonari e i boscaioli che rimanevano a lungo isolati necessitavano di ingredienti facilmente reperibili, come appunto il guanciale e le uova, materie prime diffuse anche in montagna e facilmente conservabili.

Una teoria ricollega gli spaghetti alla carbonara ai Napoletani, cultori storici dell’uso di pancetta e guanciale per la preparazione di primi piatti ricchi e saporiti.

3. Incertezze sugli ingredienti

Anche se le ricette ufficiali prevedono l’utilizzo di guanciale e di pecorino, sono ampiamente diffuse varianti con pancetta affumicata e parmigiano reggiano, che possono sostituire o componenti tradizionali.

Chi desidera preparare una ricetta light, può quindi orientarsi verso materie prime più leggere e meno caloriche, che comunque garantiscono un sapore gradevole.

4. Guanciale sì o no?

Una questione molto dibattuta è quella riguardante il guanciale, che in molti casi viene sostituito dalla pancetta affumicata non soltanto per motivi economici (costa di meno), ma anche per il suo minore contenuto di grassi.

Il risultato finale degli spaghetti alla carbonara con pancetta al posto di guanciale è sostanzialmente simile a quello della ricetta classica, anche se i palati più raffinati sottolineano che l’affumicatura può alterare il perfetto equilibrio di aromi e sapori.

Chi ama questo piatto può alternare le due versioni, per non far aumentare troppo la concentrazione di colesterolo e mantenere un adeguato assetto lipidico dell’organismo.