Musica al ristorante, le parole di Bottura diventano un caso: si accende la polemica

Musica al ristorante, le parole di Bottura alimentano il caso, si accende il confronto tra gli chef: tu da che parte stai?
Quando due giganti della cucina italiana parlano, il dibattito si accende subito. Da una parte c’è Massimo Bottura, lo chef che ha portato l’Italia sul tetto del mondo con la sua Osteria Francescana di Modena, premiata con tre stelle Michelin ed una stella verde per la sostenibilità, per un totale di quattro riconoscimenti. Più volte incoronato come miglior ristorante del pianeta dal World’s 50 Best Restaurants, Bottura è stato ospite ieri a Domenica In, dove ha emozionato tutti parlando di cucina come gesto d’amore e ricordando persino le colazioni “impossibili” della sua infanzia.
Dall’altra parte c’è Antonello Colonna, uno dei volti storici della gastronomia romana, chef stellato e personaggio vulcanico, che con i suoi ristoranti (su tutti l’Antonello Colonna Resort & Spa a Labico) ha fatto scuola, portando l’eleganza e la convivialità della tradizione ad un livello superiore. Entrambi due fuoriclasse assoluti: entrambi però, con visioni del mondo molto diverse. Una cosa è certa: la prossima volta che entreremo in un ristorante, non guarderemo più solo il menù.
Bottura contro Colonna, la polemica sul ristorante che divide a metà
Ed è proprio qui che nasce lo scontro di visioni inaspettato. Non parliamo di ricette, di ingredienti rari o di tecniche da grandi chef: la scintilla si è accesa su qualcosa che tocca tutti, ma proprio tutti noi. Qualcosa che ogni volta che ci sediamo al ristorante divide opinioni, famiglie e gruppi di amici. Perché sì, possiamo discutere sul vino, sulle porzioni o sul conto, ma c’è un dettaglio che ci accomuna: la musica di sottofondo.
L’oggetto della contesa parte dalle parole del compositore e premio Oscar Nicola Piovani che ha definito la musica diffusa nei locali un vero e proprio “malcostume”, arrivando a proporre un bollino per i ristoranti “senza musica”. Una provocazione che ha subito trovato un alleato d’eccezione in Antonello Colonna: «La convivialità è sacra, la musica non serve: la mia colonna sonora sono le voci dei clienti», ha dichiarato lo chef romano, spiegando che nel suo locale la musica è bandita.
E qui entra in scena Bottura, che la pensa esattamente all’opposto. Per lui la musica è cultura, è parte dell’identità di un ristorante, purché scelta con intelligenza: «Certo che sono a favore! Nei miei locali ci sono playlist pensate apposta per ogni contesto, mai invadenti ma sempre capaci di accompagnare l’esperienza» ha detto. Al Gatto Verde, ad esempio, tra barbecue contemporaneo e natura, la colonna sonora spazia da Led Zeppelin a Lou Reed.
Insomma, tutti e due hanno ragione, ma da prospettive completamente diverse. La domanda è: quando ci sediamo al ristorante, vogliamo parlare in silenzio o lasciarci cullare dalle note? Colonna dice “no”, Bottura dice “sì”. E nel mezzo ci siamo noi clienti, divisi più che mai.
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