Richiamo Ministero della Salute e Penny Market, caffè ritirato in tutta Italia: foto e lotto

Doppio richiamo di caffè da parte del Ministero della Salute ed il noto discount Penny Market: nel mirino dei controlli un noto marchio tra i più amati della grande distribuzione, tutti i dettagli.
Ultimamente il tema dei richiami alimentari è diventato uno dei più discussi tra consumatori, catene di supermercati ed istituzioni sanitarie. Ogni settimana si aggiunge un nuovo allarme, spesso legato a prodotti di uso quotidiano che entrano regolarmente nelle case degli italiani. Ed è proprio questo a preoccupare: l’idea di aver acquistato e forse già consumato un alimento considerato da sempre sicuro, un prodotto presente in quasi tutte le cucine dal mattino alla sera e che nessuno si aspetterebbe mai di vedere coinvolto in un richiamo del Ministero della Salute.
Negli ultimi giorni, la situazione è diventata ancora più delicata. Dopo i recenti ritiri che hanno fatto il giro del web, dai formaggi contaminati ai panettoni con etichetta irregolare fino ai già discussi lotti con rischio botulinico, si aggiunge una nuova segnalazione che riguarda uno degli alimenti più acquistati nella grande distribuzione ovvero il caffè. Un prodotto che gli italiani bevono quotidianamente, spesso più volte al giorno e che rappresenta un vero simbolo della routine domestica.
Anche questa volta l’allerta arriva doppia: da un lato il Ministero della Salute, dall’altro la catena Penny Market che ha diffuso l’avviso attraverso i suoi canali ufficiali. Un richiamo che sta creando un’ondata di preoccupazione tra i consumatori, soprattutto perché la contaminazione segnalata riguarda una sostanza tossica e strettamente regolamentata.
Richiamo caffè da parte del Ministero della Salute e Penny Market: dettagli, foto e scadenza del prodotto ritirato
Per affrontare correttamente questi casi è fondamentale consultare sempre il sito del Ministero della Salute, i portali ufficiali delle catene della GDO e gli avvisi pubblicati direttamente dai produttori. I richiami alimentari sono documenti ufficiali che riportano lotto, motivazioni, stabilimento ed avvertenze: solo questi dati permettono ai cittadini di sapere esattamente quali confezioni evitare.
Il richiamo diffuso dal Ministero riguarda il caffè Gimoka gusto ricco 250 grammi. Secondo l’avviso datato il 21/11/2025, ma pubblicizzato solo il 27/11/2025 il prodotto riporta il marchio Gimoka ed è commercializzato da Gruppo Gimoka S.p.A. Il lotto interessato riporta il numero H26A, con data di scadenza 26-08-2027. Il caffè è venduto in confezioni da 250 grammi ed è stato prodotto nello stabilimento di Via delle Industrie 4a, 23009 Andalo Valtellino (SO).

Il motivo del richiamo è estremamente serio: possibile presenza di ocratossina A oltre i limiti di legge, una micotossina pericolosa che può svilupparsi in prodotti derivati da cereali, caffè, spezie e altri alimenti conservati in condizioni non ottimali. Il Ministero invita tutti i consumatori che possiedono confezioni del lotto indicato a non consumarle e a restituirle immediatamente al punto vendita.
Cosa è l’Ocratossina A è perchè è potenzialmente molto pericolosa per la salute
L’ocratossina A (OTA) è una micotossina prodotta da alcune muffe del genere Aspergillus e Penicillium e rappresenta una delle sostanze contaminanti più pericolose negli alimenti. Può causare effetti tossici ai reni (nefrotossicità), alterazioni del sistema immunitario e, nei casi più gravi e con consumo prolungato, è considerata potenzialmente cancerogena per l’uomo secondo l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC).
L’assunzione di un prodotto contaminato da OTA non provoca sintomi immediati come un’intossicazione acuta, ma espone a rischi legati al consumo ripetuto. Per questo le soglie di legge sono molto rigide e qualsiasi superamento impone un ritiro immediato.
Chi fosse in possesso delle confezioni coinvolte deve:
– non consumare il prodotto, nemmeno in parte;
– contattare il punto vendita per il rimborso;
– consultare il medico in caso di consumo prolungato e dubbia esposizione;
– monitorare gli aggiornamenti sul sito del Ministero della Salute.
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