Storia delle uova di Pasqua

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Le uova sono diventate un’abitudine del periodo pasquale e magari non ci si chiede nemmeno il perché del loro scambio e dei regali in occasione della festività. C’è un significato simbolico molto interessante che vale la pena approfondire, anche perché la tradizione risale a moltissimi anni fa. In realtà, la vera origine di questo utilizzo delle uova deve essere fatto risalire a un periodo storico in cui la religione cristiana ancora non era nata.

Dai pagani ai persiani
Secondo alcune religioni pagane, infatti, l’unione tra il cielo e la terra era in grado di dar vita a una sorta di uovo, dunque se ne può già intuire l’importanza. In Persia, poi, ci si scambiavano uova di gallina nei primi giorni di primavera e non era raro che il guscio fosse decorato a mano per aggiungere ancora più significato al gesto. Nel caso dei persiani, dunque, le uova rappresentavano una sorta di rinascita. Grazie alla religione cristiana, inoltre, si cominciò a conservare le uova nel periodo della Quaresima (i 40 giorni che precedono la Pasqua) per rispettare il digiuno, mentre in seguito poteva essere consumato. Nei paesi della penisola balcanica, al contrario, l’uovo viene preparato in maniera particolare: il giorno di giovedì santo, infatti, si decora con il colore rosso e poi lo si mangia a Pasqua.

Le uova di cioccolata
Il maggior successo commerciale lo hanno però ottenuto le uova di cioccolata: la tradizione prevede lo scambio di questo dolce incartato, al cui interno è nascosta una sorpresa. La diffusione è cominciata nel ‘900, anche se inizialmente questa preparazione era riservata soltanto ad artigiani del cioccolato molto esperti. In seguito si è sviluppata la moda commerciale, tanto da rendere necessario un processo industriale.

Il rispetto della tradizione nel mondo
In Italia si consuma solitamente l’uovo di cioccolato subito dopo il pranzo di Pasqua, ma non manca chi anticipa nettamente i tempi (anche di alcune settimane, visto che le uova sono praticamente disponibili a livello commerciale per più tempo). In alcune zone del mondo, invece, la tradizione è rimasta quella originale e si preferisce consumare l’uovo di gallina piuttosto che quello di cioccolata: sono soprattutto gli ortodossi che considerano quest’ultimo una strumentalizzazione della festività e cercano di starne alla larga.

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